Ecumenical Prayer Cycle

martedì 4 ottobre 2022

Artigiani di pace

La pubblicazione dell'ottimo thread di @albertoinfelise sui "Costruttori di pace sempre" https://twitter.com/albertoinfelise/status/1577296915917639680 

mi stimola a riprendere una parte del mio intervento sugli "Artigiani di pace" che ho condiviso con alcuni giovani in occasione di un seminario su "Vincere la pace", svoltosi  a Bose lo scorso agosto: https://www.monasterodibose.it/ospitalita/agenda/giovani-18-30/14882-vincere-la-pace

 

ARTIGIANI DI PACE

C’è bisogno di artigiani di pace; questo termine non suona a noi così immediatamente familiare, ma in altre lingue, ad esempio il francese, è il termine con il quale si traduce la beatitudine che noi definiamo con il termine “operatori di pace”. Ci sono caratteristiche dell’artigiano che vediamo come possano essere significative anche per pensare e generare un mondo aperto. Non vorrei idealizzare troppo la figura dell’artigiano, mi sembra però che in essa ci sia la dimensione dell’apprendistato all’operare.

Io credo che la capacità di generare la pace, è un’arte che si apprende, che si impara; è importante che questa generazione di un mondo aperto, interagisca con le varie strutture, che regolano i rapporti tra gli esseri umani e il loro vivere in società; Nella Fratelli tutti Papa Francesco collega gli artigiani di pace con la necessità di una architettura della pace.







Molti di noi hanno avuto la fortuna di conoscere gli artigiani veri, coloro che hanno due caratteristiche fondamentali: la prima è quella di aver appreso un’arte, una maestria diciamo; la seconda è quella di avere cura dei singoli oggetti, delle singole opere che vanno a realizzare. In realtà l’artigiano nasce, se così si può dire, dall’essersi messo alla scuola andando a bottega da qualcuno che può essere all’interno della famiglia, oppure presso un maestro al di fuori, che insegna i segreti del mestiere, soprattutto attraverso l’esempio. S’impara l’uso degli strumenti più appropriati, la scelta dei materiali, la pazienza nell’aspettare e nel capire qual è il momento giusto per realizzare la successione degli interventi sull’oggetto.


Questa è la parte formativa dell’artigiano; se volete è l’imparare a pensare in un dato modo il rapporto con il mondo, il rapporto con gli oggetti, il rapporto con un oggetto che ancora non c’è, ma che deve nascere. L’altra caratteristica dell’artigiano è che, appresa l’arte, la applica con cura agli oggetti e alle persone.

Dobbiamo riflettere su questa dimensione di non produrre in serie. La bottega non è una catena di montaggio, non è una macchina che produce cose, anche se si serve di macchine. Ogni pezzo prodotto, anche quando è prodotto con uno stampo, è un pezzo unico perché poi l’artigiano non solo lo rifinisce ma, avendo in mente la tipologia della persona che prenderà in mano quell’oggetto, lo elabora a partire da una doppia cura, la cura dell’oggetto e la cura del futuro utilizzatore dell’oggetto che sovente è anche il committente, colui che glielo ha ordinato. Pensate ai calzolai che facevano le scarpe su misura, sapevano fare le scarpe, ma poi le adattavano a delle persone in particolare. C’è questa cura per l’oggetto perché diventi ciò che deve essere, e poi c’è una cura che continua nel tempo e quindi diventa abilità, maestria, arte del saper riparare, del saper prendersi cura fino alla fine dell’oggetto.



Le armi sono prodotte in serie,
gli strumenti di pace sono pezzi unici

La guerra è sempre uguale,
anche se le armi diventano sempre più distruttive
La pace è sempre diversa,
perché le persone, le culture, le società, le stagioni sono sempre diverse

Un cadavere è sempre uguale
Una persona viva è sempre unica e diversa,
dalle altre e da se stessa di un tempo.


Io credo che, nel pensare a un mondo nuovo, la presenza e l’attività di artigiani di pace, artigiani di riconciliazione, artigiani di questa “generatività” verso un mondo nuovo, sia determinante: come si fa ad avere questa capacità di apertura, se non se ne sanno maneggiare gli strumenti che permettono e facilitano l’opera?




La pace avrà quel posto che saremo stati capaci di prepararle.