C’è un aspetto che non ho mai trovato esaminato nella discussione pro e contro gli e-book. Si confrontano prezzi, distribuzione, facilità di lettura, velocità di consultazione… Si sottolinea anche il “fascino imperituro” dello sfogliare un libro, il piacere del toccarlo, del sentire il profumo della carta stampata… Però non si ricorda mai, o quasi, il piacere di regalare un libro. Riusciremmo a trasmettere e provare le stesse emozioni donando o ricevendo in dono un file digitale? E per chi pensa anche, e giustamente, in termini commerciali, non dimentichiamo che una buona fetta dell’attuale mercato librario cartaceo (specie nel mese magico di dicembre) si basa proprio sull’acquisto per regalo.
giovedì 29 luglio 2010
sabato 24 luglio 2010
Un poema, due libri
Vi è un testo poetico, di John Donne (vissuto a cavallo tra il XVI e il XVII secolo), che ha ispirato il titolo per due grandi opere letterarie del XX secolo:
Nessun uomo è un'Isola,
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall'onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Ogni morte d'uomo mi diminuisce,
perché io partecipo all'Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te.
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del Continente,
una parte della Terra.
Se una Zolla viene portata via dall'onda del Mare,
la Terra ne è diminuita,
come se un Promontorio fosse stato al suo posto,
o una Magione amica o la tua stessa Casa.
Ogni morte d'uomo mi diminuisce,
perché io partecipo all'Umanità.
E così non mandare mai a chiedere per chi suona la Campana:
Essa suona per te.
No man is an island entire of itself; every man
is a piece of the continent, a part of the main;
if a clod be washed away by the sea, Europe
is the less, as well as if a promontory were, as
well as any manner of thy friends or of thine
own were; any man's death diminishes me,
because I am involved in mankind.
And therefore never send to know for whom
the bell tolls; it tolls for thee.
is a piece of the continent, a part of the main;
if a clod be washed away by the sea, Europe
is the less, as well as if a promontory were, as
well as any manner of thy friends or of thine
own were; any man's death diminishes me,
because I am involved in mankind.
And therefore never send to know for whom
the bell tolls; it tolls for thee.
"Nessun uomo è un'isola" (No Man is an Island) è un saggio di Thomas Merton, mentre "Per chi suona la campana" (For Whom the Bell tolls) è il romanzo di Ernest Hemingway ambientato nella guerra civile spagnola.
domenica 9 maggio 2010
Omissione sintomatica
Rileggendo il mio post di ieri, mi accorgo che nell'elencare cosa leggo, ho dimenticato ciò che leggo a video del mio computer: giornali on-line, documenti e articoli... Questo la dice lunga su come non mi sia spontaneo collegare l'azione del leggere a quanto faccio al computer: lo stesso non avviene per lo scrivere, come dimostra il fatto che tra le azioni lì ho specificatamente ricordato anche lo scrivere sul blog... Questo mi fa pensare che ci metterò parecchio tempo - se mai giungerò a farlo - a leggere e-book con Kindle, IPad o supporti simili. Del resto, trovo già una stonatura il fatto che oggi con "lettori" si intendono sia i supporti hardware che consentono di leggere testi in formato digitale sia le persone che leggono. Ci sono scivolamenti semantici e lessicali che la dicono lunga su come cambia il nostro approccio a determinate realtà. Quando, per esempio, diciamo "non ho più memoria" pensiamo all'Alzheimer incipiente oppure a cambiare computer e/o comperare una scheda aggiuntiva?
sabato 8 maggio 2010
Leggere, scrivere e far di conto
Nel mio profilo ho indicato che mi piace fare quello che ho imparato in prima elementare: leggere, scrivere e far di conto. Ed è questo che faccio per buona parte del mio tempo, sia lavorativo che libero.
In senso stretto, certo. Leggo una ventina di libri all'anno, 4 quotidiani al giorno, un paio di settimanali, alcuni mensili... Scrivo sia per conto mio (questo blog - molto raramente; un mini-diario - quotidianamente; diverse lettere cartacee ed elettroniche...) sia per conto terzi e per lavoro (articoli di riviste, traduzioni, note redazionali, comunicati stampa...). Faccio di conto, tenendo la contabilità di un'associazione e di una piccola società...
Ma leggo, scrivo e faccio di conto anche in senso lato o metaforico. E questo credo che tutti lo facciamo, più o meno consapevolmente.
E' su questo secondo aspetto che tornerò nei prossimi post.
Se intanto vi interessa sapere qualcosa delle mie letture potete vedere qui a lato, oppure andare a vedere direttamente sul mio spazio in anobii: http://www.anobii.com/guydotti/books
In senso stretto, certo. Leggo una ventina di libri all'anno, 4 quotidiani al giorno, un paio di settimanali, alcuni mensili... Scrivo sia per conto mio (questo blog - molto raramente; un mini-diario - quotidianamente; diverse lettere cartacee ed elettroniche...) sia per conto terzi e per lavoro (articoli di riviste, traduzioni, note redazionali, comunicati stampa...). Faccio di conto, tenendo la contabilità di un'associazione e di una piccola società...
Ma leggo, scrivo e faccio di conto anche in senso lato o metaforico. E questo credo che tutti lo facciamo, più o meno consapevolmente.
E' su questo secondo aspetto che tornerò nei prossimi post.
Se intanto vi interessa sapere qualcosa delle mie letture potete vedere qui a lato, oppure andare a vedere direttamente sul mio spazio in anobii: http://www.anobii.com/guydotti/books
martedì 4 maggio 2010
Una passione antica
La mia passione per la lettura è abbastanza antica, risale a un anno dopo che avevo imparato a leggere. Ho ritrovato tempo fa un mio quaderno di quando ero in IIa elementare.
Riporto qui un esercizio di "comporre" (così si chiamava allora) da me scritto il 9 marzo 1961, quando avevo 7 anni e mezzo. Titolo dato dalla maestra: "Davanti alla vetrina d'un negozio preferito".
Mio svolgimento (mantengo gli errori e l'ortografia):
Nella mia via vi sono molti negozi. Io mi fermo volentieri davanti alla cartoleria di via San Galdino, perché sono esposti parecchi libri intusiasmanti, dei quali ne vorrei uno il quale è "I pirati della Malesia". Vi è esposto anche il libro "Il Corsaro Nero", "Il giro del mondo in ottanta giorni", "Cappuccetto Rosso", "Il libro della Giungla", "Le avventure di Tom Saiver". Insomma da quella vetrina non mi vorrei mai togliere. Desidererei comperare anche "L'Isola (del) Misteriosa", ma ho troppi pochi soldi. (E) Io davanti a quella vetrina passo spesso, e tutte le volte mi fermo a guardare quei libri che vorrei avere.
Davanti a quella vetrina vedo anche un trenino elettrico, delle pistole, alcune (m)automobili in miniatura, parecchie cartelle e molte altre cose, molto molto belle.
Ancora oggi le uniche vetrine che mi attirano sono quelle delle librerie...
Riporto qui un esercizio di "comporre" (così si chiamava allora) da me scritto il 9 marzo 1961, quando avevo 7 anni e mezzo. Titolo dato dalla maestra: "Davanti alla vetrina d'un negozio preferito".
Mio svolgimento (mantengo gli errori e l'ortografia):
Nella mia via vi sono molti negozi. Io mi fermo volentieri davanti alla cartoleria di via San Galdino, perché sono esposti parecchi libri intusiasmanti, dei quali ne vorrei uno il quale è "I pirati della Malesia". Vi è esposto anche il libro "Il Corsaro Nero", "Il giro del mondo in ottanta giorni", "Cappuccetto Rosso", "Il libro della Giungla", "Le avventure di Tom Saiver". Insomma da quella vetrina non mi vorrei mai togliere. Desidererei comperare anche "L'Isola (del) Misteriosa", ma ho troppi pochi soldi. (E) Io davanti a quella vetrina passo spesso, e tutte le volte mi fermo a guardare quei libri che vorrei avere.
Davanti a quella vetrina vedo anche un trenino elettrico, delle pistole, alcune (m)automobili in miniatura, parecchie cartelle e molte altre cose, molto molto belle.
Ancora oggi le uniche vetrine che mi attirano sono quelle delle librerie...
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