A
costo di apparire banale, ritengo che non si possa trattare
commercialmente il libro come una saponetta, non per elitario
snobismo, ma perché mi risulta che:
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i consumatori di saponette in Italia sono ben più del 43% della popolazione che legge (non che compera) almeno un libro all’anno (una saponetta all’anno è sufficiente?).
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Chi non utilizza quotidianamente un libro purtroppo non è immediatamente identificabile dal proprio odore, come chi non usa quotidianamente la saponetta.
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Un singolo libro acquistato può fortunatamente avere anche più di un lettore (cosa più che disdicevole quando accade per la saponetta, o lo spazzolino da denti).
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Un libro – se confezionato dignitosamente e non messo sotto il rubinetto – dura molto più a lungo di una saponetta e raramente viene comperato in più esemplari identici.
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Dal canto suo la saponetta non può essere fotocopiata, anche se, per contro, va riconosciuto che regalare una saponetta a un amico può essere meno fine che regalargli un libro.
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