“Quelli sono ricchi ma non signori”, erano soliti ripetere i miei genitori di fronte a comportamenti poco nobili di persone benestanti. Da piccolo non capivo, poi cominciai a temere che dietro quell’espressione si celasse un po’ di invidia: noi non eravamo ricchi e speravamo di essere almeno signori nel modo di comportarci. Ho progressivamente capito che c’era invece la dignità dei semplici. Forse un sentimento simile a quello che aveva fatto dire a Oscar Wilde: “Oggi si conosce il prezzo di ogni cosa e il valore di nessuna”. Sì, forse i ricchi si misurano a prezzo, i signori a valori.
domenica 16 novembre 2008
Realtà e finzione
A volte ci abituiamo a paradossi assurdi. Per esempio, chiamiamo reality show la ripresa artificiale delle vicende di un gruppo di persone reali che fingono di comportarsi come nel quotidiano, mentre definiamo fiction uno scritto o un racconto visivo che narra con la fantasia il reale vissuto da uomini e donne di un tempo e di un luogo particolare e, quindi, di ogni tempo e di ogni dove. Del resto, cos’è più simile al vero? La storia che ci trasmette soprattutto gli eventi straordinari, oppure il teatro che ricostruisce il quotidiano universale?
Mare e infinito
Che l’orizzonte che contempliamo in riva al mare richiami alla mente l’infinito siamo capaci tutti di dirlo. Ma quando a dirlo è una poesia, il nostro banale infinito si tinge di eternità:
Come se il mare separandosi
svelasse un altro mare,
questo un altro e i tre
solo il presagio fossero
d’un infinito di mari
non visitati da riva -
il mare stesso fosse riva -
questo è l’eternità.
(Emily Dickinson)
Gli usi possibili del web...
… come tutti sanno, sono infiniti e non dovremmo più sorprenderci di nulla. Eppure c’è chi con un normalissimo blog o con un sito molto semplice riesce a condividere in modo efficace idee e sviluppare potenzialità che non ci saremmo aspettati.
Segnalo due esempi, molto diversi tra loro, di quello che intendo dire.
Il primo è un blog (in inglese: lo trovate qui) che ricostruisce passo passo la vicenda di un soldato britannico sul fronte italiano durante la prima guerra mondiale: ogni giorno, esattamente 90 anni dopo, il curatore inserisce le lettere di un suo antenato giunte dal fronte a familiari e amici. Un modo di vedere la guerra con gli occhi di chi l’ha combattuta, dalla trincea, potremmo dire.
Il secondo è la sezione di un sito ideata e gestita da un pensionato (a riprova che sul web non ci sono solo giovani smanettoni) il quale, dopo essersi abbonato a diversi quotidiani online (italiani e francesi), ogni giorno crea una “rassegna stampa” di tutti gli articoli riguardanti la presenza dei cristiani nella società: il titolo, la citazione di poche righe, a volte una “ndr” di commento tra parentesi e da lì ciascuno può aprire un file pdf (e/o scaricarselo) con l’intero testo dell’articolo. Geniale, no? Una sorta di “primapagina” tematica, che lascia parlare i singoli autori, semplicemente giustapponendoli.
Ecco, sono anche aspetti così trasversali del web che mi piacerebbe segnalare da queste pagine.
La vita di una parola
Morta è una parola
appena detta,
han detto
Io dico
quel giorno comincia la sua vita
(Emily Dickinson)