TITOLI
E TRADUZIONI/1
Occupandomi
tra le altre cose delle Edizioni
Qiqajon e di traduzioni (anche per altri editori), mi capita a
volte di dover suggerire il titolo di qualche opera, originale o
tradotta. Generalmente il titolo di un libro non è deciso
dall’autore, bensì dall’editore, anche se quasi sempre si giunge
a un risultato concordato. Quando un’opera viene poi tradotta in
un’altra lingua, il dilemma ricomincia, perché sensibilità,
giochi di parole, termini evocativi sono ovviamente diversi nelle
varie lingue.
Trovo
allora geniale, per esempio, la soluzione adottata da Ada Vigliani
(traduttrice) e Sellerio
(editore) per la versione italiana del bellissimo libro di Jenny
Erpenbeck, il cui titolo originale tedesco era Gehen, ging,
gegangen, cioè il paradigma del
verbo “andare”. Come fare in italiano a tradurre le tre forme
verbali, visto che nella
nostra lingua il paradigma
dei verbi è scomparso? Semplice
(dopo che qualcun altro c’è
arrivato!): usando il
riferimento lessicale più vicino e con il quale gli italiani hanno
dimestichezza. Ecco allora Voci
del verbo andare, che
si è aggiudicato il Premio
Strega Europeo di quest’anno. Chi
avrebbe potuto trovare di meglio?
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